Il progetto di architettura è un’elegia, una confessione autobiografica che dichiara sentimenti di appartenenza o di estraneità ai temi e ai luoghi.
Mette in dubbio esistenze e identità per scardinare sistemi e negarli o rafforzarli.
Prende forma dal rapporto complesso tra uomo e mondo.
Da qui l’importanza della teoria nella definizione della pratica architettonica che partendo dalla forma costruita del testo, mediante la ricerca, l’elaborazione dei dati e la messa in forma arriva al progetto.
Giocando con intersezioni e parallelismi il progetto diventa il luogo della sperimentazione per delineare le spazialità cercate.
Il corpo architettonico non è immobile.
È il gioco sensoriale dello spazio, della materia, dei pieni e dei vuoti,
della luce e delle ombre
